ADEMPIMENTI |
ICI
L’ICI (imposta
comunale sugli immobili) è dovuta in due rate annue : l’acconto,
pari al 50 % dell’ ICI dell’anno precedente, da pagare entro il 30
giugno; ed il saldo (pari all’ ICI dell’anno in corso detratto l’acconto
pagato) da pagare entro il 20 dicembre.
L’ICI è dovuta in
base ai mesi di possesso dell’immobile dell’anno in corso e viene, nel
nostro caso, anticipata dalla Società Venditrice per conto dei suoi
acquirenti sino alla data del rogito notarile durante il quale ne
verrà chiesto il rimborso a conguaglio del prezzo.
I nostri clienti non
dovranno quindi effettuare alcun pagamento diretto dell’ICI sino
alla data dell’atto notarile di compravendita.
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Gli acquirenti che
si accollano il mutuo offerto dalla Soc.Venditrice devono sempre far
riferimento alla società per il pagamento dei ratei in scadenza sino
alla data del rogito notarile.
Successivamente
all’atto notarile di compravendita ed a seguito della voltura di
intestazione del mutuo, i nostri clienti pagheranno direttamente i ratei
all’istituto mutuante.
Talvolta, a causa
dei tempi tecnico/burocratici necessari per il frazionamento e la
voltura del mutuo e nonostante l’atto notarile di compravendita sia già
stato effettuato, potrebbe essere ancora necessario rivolgersi al nostro
ufficio amministrativo per ricevere il relativo cedolino di pagamento
del mutuo o l’importo da pagare.
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L’acquirente di
un appartamento dovrà recarsi, dopo la consegna dell'immobile , presso l’ufficio tributi del comune per
comunicare i dati utili ai fini del calcolo della tassa sui rifiuti
urbani.
A tale scopo dovrà
fornire i propri dati anagrafici ed il codice fiscale nonché i metri
quadrati calpestabili del proprio appartamento (al netto dei muri
interni ed esterni e comprensivo di cantine o sottotetti, balconi ed
autorimesse).
In caso di
difficoltà, compatibilmente con la disponibilità dei dati, il ns.
ufficio tecnico potrà fornire tali superfici.
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ALLACCIAMENTO UTENZE |
ENERGIA ELETTRICA:
La richiesta di
energia elettrica per i nuovi fabbricati può essere effettuata
telefonicamente citando gli estremi dell’utenza riportati sul cartellino
apposto sul proprio contatore.
Normalmente la
potenza erogata è di 3 Kw – nel caso di potenza insufficiente per le
proprie esigenze , bisognerà richiedere
all’ente erogatore l’aumento dei Kw del contatore pagandone il relativo costo.
Il costo del
contratto o della nuova utenza viene di solito addebitato sulla prima
bolletta.
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GAS:
Occorre rivolgersi
all’azienda municipalizzata del comune di ubicazione dello stabile per
ottenere le informazioni necessarie in quanto le procedure differiscono
da comune a comune.
In ogni caso bisognerà esibire la certificazione
d’impianto rilasciata dall’impresa costruttrice (della quale è buona
norma detenere una copia in quanto dovrà essere trasmessa al nuovo
proprietario in caso di rivendita) ed il numero e data di rilascio della
concessione edilizia.
Lo stesso dicasi
anche per l’acqua (ma solo in caso siano previste singole utenze da
progetto)
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TELEFONO:
Per la richiesta
di nuovo impianto o di trasloco di una linea già esistente è sufficiente
chiamate il numero 187 (chiamata gratuita su tutto il territorio
nazionale) per ricevere tutte le informazioni del caso.
La Telecom invierà
per posta il nuovo contratto che dovrà esserle rispedito firmato
dall’utente.
Il costo
dell’allacciamento o del trasloco dell’utenza sarà addebitato sulla
prima bolletta.
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COLLAUDO CALDAIE AUTONOME:
Dopo aver ottenuto
gli allacciamenti elettrico e del gas definitivi, bisogna richiedere
l’intervento per il collaudo e primo avviamento della caldaia autonoma.
Tale intervento
viene effettuato dal manutentore di zona autorizzato dalla ditta
costruttrice della caldaia (ne sarà fornito il nominativo)
e deve
essere eseguito in presenza dell’acquirente affinché lo stesso
verifichi il corretto funzionamento della caldaia e ne apprenda l’uso.
Da tale data decorre la normale
garanzia per eventuali difetti o vizi di fabbrica (di solito uno/due anni)
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MANUTENZIONE E
VARIE
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Dove non previste
le persiane, nelle nostre realizzazioni usiamo o tapparelle in
alluminio con verniciatura a fuoco o in plastica (PVC).
La manutenzione di
queste ultime tapparelle (rispetto a quelle in legno) è quasi nulla.
Un semplice panno
ed acqua tiepida saranno sufficienti per effettuarne la pulizia.
Se si è costretti
, per qualsiasi motivo, ad adoperare detergenti aggressivi , provare
prima ad effettuare la pulizia di una piccola porzione della tapparella
aprendo il cassonetto e facendo una prova di pulitura sulle ultime
stecche visibili dall'interno del cassonetto a tapparella completamente
(o quasi) abbassata .
Eviterete così che
eventuali solventi presenti nel detergente possano rovinare la parte di
tapparella visibile.
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Serramenti esterni - persiane e porte
interne
I serramenti
esterni (quando non si tratti di serramenti laccati) vanno
controllati annualmente al fine di ripristinare, dove necessario, lo
strato di vernice protettiva (impregnante). I serramenti maggiormente
esposti al sole ed alle intemperie potrebbero subire un rapido degrado dello
strato protettivo.
Trascurarne la
manutenzione provoca infiltrazioni d'acqua che, con il tempo e
nonostante la bontà del legno adoperato, rovinano il serramento.
Sarebbe buona
norma ogni due anni ripristinare lo strato impregnante protettivo di
tutti i serramenti.
In caso di "normale
trasudazione resinosa dal legno del serramento", dopo aver asportato
preventivamente la resina indurita (preferibilmente nelle prime ore del
mattino ed usando un raschietto od una lametta e senza ovviamente
arrivare a contatto con il legno sottostante) , usare un batuffolo di
cotone leggermente impregnato di "acqua ragia" ed
effettuare la pulizia della resina ancora presente senza sfregare
eccessivamente e pulendo subito dopo con un panno asciutto.
Per la normale
pulizia dei serramenti evitare sostanze abrasive od eccessivamente
aggressive per la vernice protettiva. I detergenti consigliati sono il
vetril od il lysoform
Se la pulizia
viene effettuata frequentemente usando semplice acqua tiepida leggermente
saponata non si dovrà ricorrere a detergenti "forti" che potrebbero
ammattire o consumare lo strato protettivo di vernice impregnante prima
del tempo.
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Serramenti e porte laccati
La pulizia dei
serramenti e delle porte interne dotati di laccatura presuppongono
l'esatta conoscenza dei componenti la vernice usata per il processo di
laccatura.
Nei nostri
cantieri, là dove vengono installati serramenti esterni dotati di
laccatura, la vernice adottata è solitamente una vernice sintetica per esterni. I
prodotti per la pulizia consigliati sono : acqua - vetril , lysoform o
similari.
Non applicare mai
nessun prodotto direttamente sulla vernice ma pulire sempre con uno
straccio leggermente imbevuto di prodotto. Una volta passato il prodotto
asciugare subito con uno strofinaccio asciutto.
Per eliminare
eventuali fuoriuscite di resina dal legno, dopo aver asportato
preventivamente la resina indurita (preferibilmente nelle prime ore del
mattino ed usando un raschietto od una lametta e senza ovviamente
arrivare a contatto con la vernice sottostante) usare un batuffolo di
cotone leggermente impregnato di "diluente nitro" ed
effettuare la pulizia della resina ancora presente senza sfregare
eccessivamente e pulendo subito dopo con un panno asciutto.
Per le porte
interne (siano esse laccate opache che in essenza di legno)
la pulizia delle
vernici poliuretaniche protettive si effettua usando uno strofinaccio
morbido imbevuto di acqua leggermente saponata ed asciugando
immediatamente con un panno asciutto.
Le maniglie e
le cerniere in ottone
vanno esclusivamente pulite con un panno inumidito con acqua essendo
dotate di vernice protettiva antiossidante.
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Portoncini
blindati
Taluni modelli
impediscono l’accesso dall’esterno anche a porta chiusa senza mandate,
si consiglia quindi,dopo aver fatto le necessarie verifiche , di tenere
una copia della chiave altrove , in luogo sicuro , per non rischiare di
rimaner “chiusi fuori”.
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E' buona norma,
almeno una volta al mese, far funzionare i rubinetti di arresto
dell'impianto idraulico.
Capita spesso che,
a causa dei depositi di calcare, sabbia ed altro presenti
nell'acqua, tali rubinetti risultino bloccati con la conseguente
impossibilità di arrestare un'improvvisa perdita dall'impianto.
I rubinetti
d’arresto si trovano solitamente all'interno di ciascun bagno in
prossimità del W.C.
Nel caso di blocco
di un rubinetto d’arresto interno sarà sempre possibile agire sulla
serranda principale dell'immobile della quale è necessario
conoscere l'esatta ubicazione.
Una gran parte degli inconvenienti degli impianti
idrici e delle caldaie autonome sono causati dai depositi che l'acqua
rilascia all'interno delle tubazioni e che spessissimo causano blocchi e
problemi di funzionamento.
Esistono vari
metodi di purificazione dell'acqua che possono essere adottati per
eliminare buona parte di tali depositi ma, date le peculiari
caratteristiche di ciascun sistema, è bene effettuare una seria analisi
prima di scegliere la depurazione più idonea alle proprie esigenze.
Nella maggior
parte dei casi, infatti, se da un lato la depurazione elimina
determinate sostanze, dall'altro ne sono rilasciate altre dal sistema di
depurazione stesso.
Di tutto ciò si
dovrà tenere conto soprattutto per l'uso alimentare dell'acqua, prendendo
eventualmente in considerazione la possibilità di effettuare una
depurazione esclusivamente sull’ingresso in caldaia, per l'acqua calda
ed il riscaldamento, ed un'eventuale depurazione specifica per l'acqua
fredda ad uso alimentare.
Per l'uso
alimentare, a nostro parere, il miglior sistema di depurazione è quello
ad " osmosi inversa " che consente di avere sul blocco cottura un
rubinetto supplementare esclusivamente dedicato al prelievo d’acqua per
tale uso.
La scelta di un
depuratore condominiale, oltre ad i relativi costi di gestione, potrebbe
non soddisfare le singole esigenze d’utenza.
Particolare
attenzione (anche se non facenti parte dell'impianto realizzato in fase
di costruzione) va fatta per le tubazioni in gomma di carico e scarico
delle lavatrici e lavastoviglie e dei tubi flessibili di collegamento al
lavello cucina.
Spesso molti dispiaceri provengono dalla rottura improvvisa di tali
raccordi causate dalla loro "vecchiaia" o da un cattivo montaggio.
Sarebbe sempre
buona norma chiudere i rubinetti di carico della lavatrice e della
lavastoviglie, quando queste non sono utilizzate, per evitare di
lasciare le tubazioni esterne di carico acqua in costante pressione; una
rottura accidentale (anche quando si è in casa) provoca in pochi secondi
la fuoriuscita di svariati litri d'acqua .
In tale
circostanza NON precipitatevi a chiudere i rubinetti d’arresto
se non dopo aver escluso la corrente elettrica. Molti incidenti
domestici avvengono nel tentativo di arrestare un'apparecchiatura
elettrica con mani o piedi bagnati e senza aver preventivamente escluso
l'alimentazione elettrica.
Le caldaie
autonome,
come tutti gli elettrodomestici, hanno una durata limitata nel tempo.
Normalmente dopo
una decina d’anni si deve procedere alla sostituzione della caldaia.
In tale caso
bisognerà attenersi alle disposizioni vigenti in materia.
Nel caso di
spostamento della caldaia all’esterno dell’abitazione, valutarne la
possibilità anche in base al regolamento condominiale ed alle specifiche
tecniche per la corretta esalazione dei fumi.
Scegliere
ovviamente un modello di caldaia adatto ad essere collocato esternamente
prendendo tutte le precauzioni necessarie in caso d’assenza durante il
periodo invernale al fine di evitare rotture o perdite causate dal gelo.
Si rammenta che,
con le nuove normative in materia di impianti di riscaldamento autonomi,
i proprietari devono effettuare annualmente la revisione della caldaia e
detenere il libretto che ne attesti l'avvenuto controllo.
In caso di
modifica delle tubazioni di adduzione del gas bisogna sempre richiedere
e detenere il relativo certificato d’idoneità rilasciato dall'idraulico
che ha eseguito il lavoro.
Verificare frequentemente sia le tubazioni fisse (di solito in rame) che
le tubazioni flessibili di adduzione gas delle apparecchiature
utilizzatrici (fornelli-forni a gas ecc.); queste ultime vanno
sostituite periodicamente.
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Termostato /
impianto di riscaldamento:
E' consuetudine
oggi dotare l'impianto di riscaldamento autonomo di crono-termostati,
più o meno sofisticati, che consentono di impostare temperature e tempi
d’esercizio con cicli quotidiani e settimanali.
Spesso il
"difetto" dei termostati ambiente è quello di leggere la temperatura
esclusivamente in prossimità del termostato stesso senza tener conto che
le camere maggiormente esposte ai rigori invernali e distanti dal raggio
d’azione del termostato possono, in talune circostanze, avere una
differenza di temperatura di due o più gradi rispetto alla temperatura
rilevata dal termostato stesso nel suo raggio di azione.
Un buon
bilanciamento ed un corretto funzionamento dell'impianto si ottiene in
diversi modi :
1)
- Tenendo leggermente più chiuso il flusso dell'acqua dei caloriferi più
vicini alla caldaia ed aprendo totalmente i radiatori più distanti.
2)
- Controllando che in prossimità del termostato non vi siano fonti di
calore che ne falsino il funzionamento (anche l'irraggiamento solare può
determinarne un cattivo funzionamento)
3)
- Evitando di coprire i radiatori con copricaloriferi ,mollettoni e
tendaggi pesanti, in tali circostanze infatti si impedisce la corretta
circolazione d'aria calda con relativo calo di rendimento dell'impianto
.
4)
- Evitando di usare i caloriferi nel periodo invernale come asciuga
biancheria, oltre ad un calo di rendimento dell'impianto si rischia di
saturare eccessivamente gli ambienti di umidità con possibili
conseguenze ai pavimenti di legno e la formazione di fenomeni di
"condensa " sulle pareti finite a gesso.
5)
- Evitando altresì una taratura del cronotermostato con lunghe
interruzioni di funzionamento o usando fasce orarie con notevoli
abbattimenti di temperatura - non sempre, infatti, tali tarature
consentono un effettivo risparmio sui consumi e nella maggior parte dei
casi obbligano la caldaia ad un "superlavoro" per recuperare il gap
termico.
6)-
Dotando eventualmente i radiatori di singole valvole termostatiche -
Tale optional non richiede particolari modifiche se non la semplice
sostituzione della valvola del radiatore stesso.
In caso di caldaie
e/o collettori per il riscaldamento posti all'esterno dell'abitazione
non si consiglia (in caso di prolungata assenza dell'utente
durante il periodo invernale) il fermo totale dell'impianto. Un'improvvisa
gelata potrebbe causare seri inconvenienti con possibili lesioni anche alle tubazioni
idriche.Se necessario
provvedere allo svuotamento dell'impianto.
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Per la pulizia dei
sanitari esistono in commercio moltissimi prodotti specifici.
La sola avvertenza
riguarda eventuali vasche o docce in policarbonato / vetroresina e/o
altri materiali sintetici, per la cui pulizia bisognerà attenersi alle
specifiche date dalla casa produttrice.
L’uso di
detergenti anticalcare molto aggressivi per sanitari in ceramica va
fatto sotto controllo ed evitando che gli stessi restino a lungo a
contatto con parti cromate (tappi sanitari – ghiere di scarico e
rubinetti)
L’eventuale
presenza di scotch o colla “cristallizzati nel tempo” e facenti parte
dell’imballaggio di protezione dei sanitari, va eliminata con getti di
vapore caldo o inumidendo la parte con acqua e successivamente
adoperando un phon, strofinando infine a più riprese con un panno
pulito.
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Normalmente i
pavimenti e rivestimenti ceramici non richiedono particolari attenzioni
nella fase di pulizia.
Esistono in
commercio tantissimi prodotti dedicati specificamente alla pulizia della
ceramica.
L'unica avvertenza
riguarda coloro che adoperano per la pulizia apparecchiature a getto di
vapore.
Tali
apparecchiature, sopratutto quelle molto potenti, potrebbero, infatti,
intaccare il sigillante cementizio delle piastrelle con conseguenti
possibili infiltrazioni d’acqua all'interno del piatto doccia od in
prossimità della vasca da bagno.
E' sempre buona
norma controllare periodicamente lo stato della sigillatura della
ceramica di rivestimento e pavimento avendo anche cura di controllare
anche le
zone in prossimità delle ghiere dei rubinetti a parete (vasche e docce).
Gli interventi di
ripresa della sigillatura, consumata anche semplicemente dalla continua
esposizione a getti d'acqua (come per es. all'interno delle docce) sono
semplici e non molto dispendiosi ma evitano guai più seri sopratutto se
i bagni confinano con zone dove è presente una pavimentazione di legno
od in concomitanza di pareti tappezzate o verniciate con materiali
pregiati.
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Detergente poco aggressivo
ed acqua sono sufficienti per pulire le parti in pietra o marmo levigato
e lucidato.
Per gli stessi
materiali
lasciati al grezzo
bisogna far attenzione in quanto tendono ad assorbire eventuali macchie
che risulterebbero difficili da pulire; in tal caso esistono prodotti
specifici che, se adoperati tempestivamente, riescono ad eliminare le
eventuali tracce delle macchie (compatibilmente con la natura e la
causa delle macchie).
Esistono altresì
particolari prodotti protettivi che è possibile stendere sulle parti di
marmo o pietra grezzi (consultare eventualmente una buona impresa di
pulizia !) con l’avvertenza che tali materiali non rendano scivolosa la
pietra od il marmo adoperati eventualmente per rivestire una scala od i
pavimenti di terrazzi e balconi.
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Molta attenzione
va dedicata all’installazione di vasi e fioriere sui balconi o terrazzi.
In primo luogo considerando
il peso dei vasi in rapporto alla struttura (il carico limite e
normalmente intorno ai 400 kg al m.q.) – evitare quindi grossi vasi in
ceramica sostituendoli con vasi in plastica ed alleggerendo il peso
della terra mescolando la stessa con argilla espansa.
Altra avvertenza
riguarda l’installazione d’impianti automatici di irrigazione, gli
stessi devono essere regolati in modo da non creare gocciolamenti che a
lungo andare possono provocare il distacco di zoccolino ed infiltrazioni
varie oltre al rapido deperimento della facciata (eventualmente inserire
sottovasi che contengano l’acqua in eccedenza).
La presenza di
eventuali idrantini per l'innaffiamento su balconi o terrazzi possono
porre il problema del gelo durante il periodo invernale; sarebbe
opportuno nei mesi freddi non lasciare l’acqua in pressione (chiudendo
il rubinetto dell’idrante) oltre a proteggere ed isolare gli idrantini
per evitare la rottura a causa del gelo del rubinetto o della tubazione
di collegamento.
Controllare
periodicamente che gli scarichi e le griglie di scarico dei balconi o
terrazzi siano puliti e privi di detriti.
L’eccessivo uso
di piante a foglia caduca sui terrazzi o balconi possono causare,
durante i violenti temporali che da tempo siamo abituati ad osservare,
un improvviso intasamento degli scarichi ed un conseguente allagamento
del balcone o terrazzo, con possibilità che l’acqua tracimi all’interno
dell’appartamento.
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Le pavimentazioni
in legno sono ormai quasi sempre finite a “vernicetta”.
Il
parquet “cerato” richiede difatti un certo impegno per la sua manutenzione anche se offre alcuni
vantaggi rispetto alla vernicetta (come la facilità di mascherare sia graffi
superficiali che piccoli solchi).
Per la vernicetta
non sono invece richieste cure particolari ed esistono in commercio
prodotti specifici per la pulizia, unica avvertenza naturalmente è
quella di adoperare uno strofinaccio ben inumidito ma non intriso d’acqua.
Essendo il legno
fibra “sempre viva” , lo stesso risente notevolmente delle variazioni
climatiche. Sarebbe consigliabile che negli ambienti dotati di
pavimentazione in legno non si superino i 20/22 gradi centigradi di
temperatura e soprattutto i valori di umidità dell’ambiente restino tra
il 40% ed il 60 % .
Ovviamente tali
parametri sono difficili da tenere sotto controllo in un appartamento,
bisogna quindi rassegnarsi al fatto che il parquet, nell’arco dell’anno,
faccia i suoi naturali movimenti
cercando di stare il più possibile
vicino ai valori sopra indicati.
C’è inoltre da
segnalare che la maggior parte degli impianti di riscaldamento sono oggi
realizzati con il sistema “modul” e quindi con le tubazioni di
alimentazione dei caloriferi poste sotto la pavimentazione. Tali
tubazioni sono in ogni caso isolate per evitare al massimo la
dispersione del calore ma , in presenza del parquet , si verifica spesso
che si rilevino sensibili ritiri del materiale in corrispondenza delle
tubazioni sottostanti con conseguente ed inevitabile maggior fessurazione del legno.
E’ sempre buona
norma non superare i 60/70 gradi di temperatura dell’acqua di
riscaldamento ed evitare di riscaldare repentinamente gli ambienti
pavimentati con parquet .Classico esempio è quello di coloro che, dopo
aver lasciato disabitato l’appartamento nelle stagioni fredde ,anche
se con i caloriferi al minimo, al loro rientro fanno andare l’impianto
di riscaldamento al massimo e con la temperatura dell’acqua ad 80/85
gradi per riscaldare il più velocemente possibile gli ambienti - in tale
caso si sottoporrà la pavimentazione di legno ad un vero e proprio
“stress” con l’accentuazione dei fenomeni già citati.
Inutile ricordare
che con la presenza di parquet in tutto l’appartamento bisogna sempre
tenere sotto controllo ed in perfetta efficienza tutto l’impianto
idrico. Anche una perdita d’acqua di pochi minuti in un bagno od in
cucina può causare seri danni al pavimento in legno. Eventuali infiltrazioni sono
sempre possibili anche in presenza di una verniciatura a “prova d’acqua”
la dove necessariamente viene lasciato spazio tra parquet e muro per
compensare le dilatazioni del materiale (in pratica sotto lo zoccolino).
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Normalmente è
difficile che un impianto elettrico correttamente eseguito possa dare
problemi.
Capita però a
volte che il salvavita posto all'interno dell'appartamento scatti senza
apparente motivo.
In tali
circostanze bisogna ,per esclusione ,cercare di capire quale delle
sezioni dell'impianto è interessata al fenomeno escludendone il
funzionamento di volta in volta dal quadro posto all'interno dell'unità
immobiliare (sempre che non sia scattato anche l'interruttore del
contatore generale , nel qual caso bisognerà prima riattivare l'energia
dal locale contatori) .
Staccare quindi le
spine o spegnere gli interruttori di tutte le apparecchiature elettriche
collegate locale per locale, reinserendole una alla volta e ridando
corrente, per capire quale di queste provocano lo scatto del salvavita.
Nella maggior
parte dei casi si riscontra che l'inconveniente è causato da un
elettrodomestico, o da altra apparecchiatura che non ha i requisiti
d’isolamento standard richiesti oppure un po' "vecchiotta", che inizia
ad avere una dispersione di corrente superiore alla norma.
E' facile anche
che "salti il contatore" quando vi siano in funzione contemporaneamente
molte apparecchiature elettriche ad alto assorbimento di corrente
(lavastoviglie – lavatrice - ferro da stiro ecc.) il cui consumo
contemporaneo superi i Kilowatt consentiti dal contatore.
E' bene inoltre sapere che in caso di modifica
dell'impianto elettrico, eseguita per qualsiasi motivo, bisognerà
sempre richiedere e detenere la relativa certificazione rilasciata dall'elettricista che ha
eseguito il lavoro.
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Attenzione !!
Le attuali
normative in materia d’antincendio obbligano gli impiantisti a fare in
modo che l’impianto elettrico di talune parti comuni (come boxes e
cantine) possa essere escluso da un interruttore generale che , in caso
d’incendio , stacchi la tensione a tali parti dell’impianto al fine di
evitare la propagazione delle fiamme.
Tale interruttore
è di solito posto in prossimità della rampa o nel corsello dei boxes.
Si
sconsiglia quindi di fornire il proprio box o la propria cantina
di prese elettriche anche se collegate al proprio contatore
(contrariamente si rischierebbe una denuncia per furto di energia) in
quanto, in caso d’incendio, tali prese resterebbero “sotto tensione”
permettendo l’insorgere di nuovi focolai.
La compagnia
d’assicurazione, in tale circostanza, potrebbe anche esimersi dal
riconoscere tutti i risarcimenti dovuti imputando la responsabilità
dell’ulteriore propagazione delle fiamme al condomino responsabile della
modifica all’impianto.
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CONDOMINIO E
TABELLE MILLESIMALI
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Il condominio ed il regolamento condominiale
L’articolo 1138 del codice civile prevede l'obbligo di redigere un
regolamento di condominio quando vi sono più di dieci condomini.
Il regolamento
contrattuale è predisposto dal costruttore
ed allegato al
primo rogito di compravendita , esso contiene le principali norme di
comportamento ed i criteri di riparto delle spese comuni.
Il regolamento
contrattuale può contenere limitazioni d'uso (es. divieti di determinate
destinazioni delle unità immobiliari) sia delle parti di esclusiva
proprietà dei singoli condomini che di quelle comuni.
Il
regolamento contrattuale è certamente diverso dal regolamento
d'assemblea , quest'ultimo infatti può riguardare solo il modo in cui si
utilizzano le parti comuni, ma non i diritti dei condomini su queste
parti e sui beni di proprietà individuale, quali risultano dagli atti di
acquisto o da accordi privati.
IL
REGOLAMENTO CONTRATTUALE è equivalente a un contratto plurilaterale
(tra più persone) e fra le parti che lo hanno sottoscritto acquista
valore di legge. Come ogni contratto non può essere modificato se non
con il consenso di tutte le parti contraenti o dei loro "aventi causa",
cioè dai condòmini che hanno acquistato dopo il primo acquirente.
Il regolamento contrattuale , che è richiamato e inserito nei rogiti ,
va trascritto nei registri immobiliari. E poiché tutto quello che è
trascritto in tali registri è considerato pubblico, si presume che anche
persone estranee al condominio possano conoscerlo.
Proprio perché si tratta di un contratto accettato da tutti i
contraenti, può essere modificato solo da un'assemblea convocata a tale
scopo che deve deliberare all'unanimità dei partecipanti al condominio.
Qualora l'assemblea modificasse tale regolamento contrattuale, i punti
modificati devono essere trascritti nei registri immobiliari, per poter
essere opponibili agli eventuali aventi causa (futuri acquirenti),
altrimenti le statuizioni avrebbero efficacia solo fra i sottoscrittori.
Per fare questa trascrizione occorre che le firme dei sottoscrittori
vengano autenticate. Ne consegue, in pratica, che all'assemblea deve
essere presente un notaio.
Il regolamento contrattuale sovente contiene delle autolimitazioni al
diritto di proprietà e di libertà e comporta vincoli all'uso delle
proprietà esclusive e la creazione di servitù reciproche. Contiene
inoltre le norme per l'uso delle parti comuni, le norme per la
ripartizione delle spese e quelle per la tutela del decoro
dell'edificio. Statuisce anche le norme relative all'amministrazione
condominiale.
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Le tabelle millesimali
Le tabelle millesimali ed i conseguenti
millesimi stabiliscono la quantità di godimento sulle parti e servizi
comuni del condominio, che ogni condomino ha in funzione della sua
proprietà esclusiva.
La tabella millesimale dunque, individua il valore di ogni unità
immobiliare rispetto al valore dell’intero immobile, ed è proprio in
base a tale valore attribuito ad ogni singola unità abitativa che viene
stabilita la possibilità di poter decidere sul godimento della cosa
comune.
La revisione o la modifica delle tabelle
condominiali è' ammessa dall’articolo 69 disp.att. c.p.c. :
a) quando sono conseguenza di errore;
b) quando sono mutate le condizioni di una parte dell’edificio a seguito
di sopraelevazione, di parziale espropriazione o di innovazioni di vasta
portata che abbiano alterato il rapporto originario tra i valori dei
singoli piani o porzioni di piano.
Il regolamento comunque non può prevedere l’immutabilità delle tabelle
millesimali.
Le tabelle non possono essere modificate
a maggaioranza da una delibera condominiale, ma occorre
l'unanimità dei condomini (Cass. 5.7.1973, n.1887). Non è invece
richiesta la partecipazione di tutti i condomini. Si ritiene inoltre
che una tabella millesimale applicata per molti anni senza che vi siano
state opposizioni da parte dei condomini, costituisca un'approvazione
"implicita" (Cas.. 19.1.1995, n.602).
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SPESE CONDOMINIALI:
La consegna del
fabbricato deve essere comunicata all’amministratore del condominio
affinché possa procedere ai relativi conteggi e/o conguagli.
L’amministratore
addebiterà al singolo condomino anche le spese, concordate
contrattualmente, per il calcolo delle tabelle millesimali e la stesura
del regolamento di condominio.
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